Al nome di Dio, a dì 27 di luglo 1459
A dì 21 fu l'utima mia. Ò questo dì la tua de· 14 detto. Risposta al bisongno.
Veggo el difetto no· fu tuo, del non fare risposta alla mia così presto chome disideravo.
Poco portava; ma a me pareva essere estata un an[n]o sanza vedere vostre lette(re),
non che un mese. E questo m'interviene p(er)ché ò pocha consolazione, overo ne piglo,
dell'altre cose: pure quando ò duo versi o da tte o dagli altri, mi consolo un poco.
Le chose da Quarachi, p(er) buona chagione, non se n'è preso anchora partito; che stimo fare
la ricolta del vino. Quando se ne piglerà, lo saprai. Al fatto di quello à' i· mano di mio, fara'ne
quello ti pare o discrezione o quel modo sia la pacie tra voi. Scrissi a lLorenzo
che i' non avevo terminato ancora quello s'avessi a fare del danaio; ma che la
mia entenzione era che, s'i' vendevo e beni in su ch'i' ò la graveza, ch'i' ne fussi aiutata
p(er) potere soprire a questa stribuzione, acciò non avessi enpaccio chi à cho(n)perato
da mme. Siché altro per ora non bisongna dirne. Vorrei m'avisassi quanti furono
e danari ti dissi mi serbassi per espese nella malattia di Lorenzo, quanti furono,
e quanti i' n'ebbi; che tte ne farei creditore al libro, e ancora vedrei chome
i' resto. Siché fallo quando ài agio, che non è di fretta.
La Gostanza di Bernardetto està sanza niun pensiero d'Antonio, e i' ne l'ò molto co(n)fortata.
Ènne più contenta l'un dì che ll'altro della venuta sua chostì, e niuna
tenerezza n'à dell'averselo levato da ssé. Che così potessi fare io! À' preso buona volta
a scusarti dello scrivere mala lettera, benché a me pare che ttu la faccia buona.
Accietto che tu dicha vero; che a me enterviene che rade volte, p(er) ben ch'io l'e(n)tenda,
e ch'io no· lle legga parechi delle volte: che tanto m(m)i pare esser con voi. È vero
che ll'amicizia tra Bernando e tte à fatto ritrovare el parentado; e quando la Gostanza
è a Firenze, espesso mi fa motto qui in chasa. È molto amorevole e da bene.
Se del lino non v'è quest'anno miglore che quello mandasti, no· ne mandare più,
che ò del miglore qui. El finochio e ' marzolini ti manderò, e 'ngiegnerommi tu
ssia ben servito.
Ò inteso che lla Chaterina vende le possisioni, ecietto la chasa da Spicciano chon 2 poderi: quello
sento riserba p(er) sé. Achozossi con Nicholò suo al Bagno, e doverono rimanere i(n) questo
di vendere. Luigi era più duro al vendere. Sento che ànno vogla di venire
a Bolongnia e che llà ànno mandato asai chose. E se llà n'andassino, la Chaterina e
mona Ghita dichono n'a[n]drebono a stare cho· lloro: che è chomoda istanza e presso a Firenze;
che lle donne potrebbono andare e venire. Èvi Franciesco loro fratello; e arebe,
se questo faranno, gran chonsolazione insieme. À' fatto e fa bene aiutargli e servigli
di quello puoi. E Nicholò è molto benvoluto qui da molti. Di' che à' 'iutato ritrarre
danari a Giovanni di messer Manno, e che ll'ài convitato a mangiare: che à' fatto bene
per ongni rispetto, e massima per amore di Vanni. E-l ben fare non si perde mai.
Ni(c)chollò veggo pure ne viene chostà; à 'vuto questa sua venuta una gran lungezza.
Che Idio salvo ve lo chonducha. Arete faccie(n)da tra le schiave e ' fanciugli.
Vende' lucho, e posi e danari a tuo conto. Al fatto del chatasto, piglerò quel modo ci parrà
meglo. Non cie n'è posti più per ora: non so chome si faranno.
La Ginevra se n'andò; ed io andai pochi dì fa a Quarachi, non feci nulla: èvi gran chaldi,
e disagio assai v'ò in questo tenpo. Tornerovi quando l'aria sarà più rinfrescata,
se a Dio piacierà .
A Matteo scriverrò, poi che da llui non viene lo scrivere a mme; che non viene
se nno(n) da stracchuragine. Avisami se giova lo scriver mio.
L'Arcivescovo entrò una mattina a buon'ora e sanza onoranza niuna. Va questa
nostra onoranza della sella come l'altre. Òllo sia p(er) lo meglo.
Da lLorenzo non ò poi altro. E se Nicholò viene chostì, e di lui abiate ragionamento, e·
modo che ttu creda abia avere efetto, me n'avisa p(er) buo· rrispetto. Nè altro p(er) questa,
se nno· che, se v'è Nicholò, di' che quest'anno m'ingiegnerò di mandarvi el finochio
dolcie, poi che ll'anno passato fu amaro. La brigata està bene di qua. I' mi sto pure
trista, e massimo questa mattina, che sono un poco raviluppata. Idio, che può, vi ma(n)tenga
sani. P(er) la tua
Allesandra, i· Firenze