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Le Lettere di Alessandra Macinghi Strozzi

Le Lettere di Alessandra Macinghi Strozzi

Lettera LXIII

  • Denominazione: Lettera LXIII
  • Data di stesura: 21/12/1465
  • Data di ricezione: 04/01/1465
  • Contenuto: Responsiva alla lettera di Filippo Strozzi del 7 dicembre 1465. L'ultima lettera inviata da Alessandra ai figli risale al 19 dicembre 1465, stando a quanto riportato dalla Strozzi nell'incipit. La donna, con un certo rammarico, riferisce che la questione relativa alla revoca del bando «à ' andare più p(er) la lunga che non si stimava»; le lettere di raccomandazione inviate al Soderini dal Re di Napoli per favorire il rimpatrio degli Strozzi – scrive Alessandra – non hanno dato frutto alcuno. Pertanto, la Macinghi sostiene sia il caso di concentrarsi sul contrarre matrimonio, dato che «51 [il richiamo dall'esilio] non s'à ' attendere». A tale riguardo riferisce che il Tanagli e Marco Parenti hanno discusso sull'ammontare della dote; Alessandra e i generi ritengono che se il Tanagli accetterà di versare almeno seicento fiorini, Lorenzo – per il quale la figlia del Tanagli è stata presa in esame – dovrebbe chiudere la trattativa. La donna chiede dunque al figlio di scriverle le sue considerazioni in materia. Rispetto alla figlia del Tanagli, Alessandra afferma che «pare fanciulla da bene, e da f/r/are bella famigla» e che, se le riuscirà di incontrarla, fornirà ulteriori dettagli della giovane. Racconta che la figlia degli Adimari, Fiammetta, che ha incontrato il giorno innanzi, le ha fatto una buona impressione ed è di bell'aspetto. Dopo aver rettificato la data di stesura – «Siàno a dì 23» – la Macinghi riferisce della petizione vinta dal Soderini «di farsi chavaliere i(n) questa passcua». Fornisce le ultime notizie datele quella stessa mattina da Marco Parenti circa la trattativa matrimoniale coi Tanagli: Francesco, dopo essersi consultato col cognato Antonio Ridolfi, suo sensale, ha riferito a Marco di voler aspettare ancora un mese prima di concludere un eventuale accordo. Si ritiene – scrive Alessandra – che «debba avere altro in becco e p(er) questo mette tenpo i(n) mezzo». E per non «avilupare la fantasia» di Lorenzo, Marco ha disposto non gli venga scritto nulla per il momento; prega dunque il figlio di non riferire a quest'ultimo ch'ella, contravvenendo alla volontà del genero, lo ha informato degli ultimi sviluppi: «Ma i' lo fo p(er)ché di tutto sia avisato, e che con agio possa pensare al bisongno».
  • Consistenza: 1c.
  • Bibliografia: GUASTI 1877: 527-532
  • Mittente: Alessandra Macinghi Strozzi
  • Destinatario: Filippo e Lorenzo di Matteo Strozzi
  • Data topica: Firenze
  • Collocazione: Fondo Carte Strozziane, III serie, filza 145, cc. 56r, 56v
  • Ente conservatore: Archivio di Stato di Firenze
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