Contenuto: Responsiva alle lettere di Filippo e Lorenzo Strozzi del 28, 30 e 31 ottobre 1465.
Le ultime lettere inviate da Alessandra risalgono al 2 e al 9 novembre 1465, stando a quanto riportato dalla Strozzi nell'incipit. La donna si compiace che i figli le abbiano scritto di voler contrarre matrimonio; ella – scrive – riterrebbe opportuno accasare Filippo con la figlia di Francesco Tanagli e Lorenzo con la Adimari. Si dice tuttavia preoccupata per il fatto che a entrambe è stato proposto Filippo come consorte, e non Lorenzo: «Tutto si tasterà; e quando non si potessi avere, si ciercherà d'altro». Accenna al fatto che avrebbe preferito prendere in considerazione la figlia minore degli Adimari, la quale, tuttavia, è già stata allogata. Avendo percepito che Lorenzo prova ancora una certa esitazione nel compiere questo passo, Alessandra esorta il figlio con una certa ironia: «I' priego Idio che v'aiuti di tanta paura, quanto avete; che se ttutti gli altri huomi[ni] avessino auto la paura del tor don(n)a chome voi, sarè di già ispento el mondo»; la proposta fattale da Lorenzo di indugiare ancora uno o due anni prima di prender moglie, dunque, viene respinta dalla madre («Dicoti, a mio parere, di no»). Marco Parenti – scrive Alessandra – è impegnato nel seguire le vicende politiche; pertanto, non ha avuto ancora il tempo di interrogare il Tanagli circa la trattativa matrimoniale. E quest'ultimo attende il rientro da Pisa del cognato Antonio Ridolfi, suo sensale. Alessandra scrive che Giovanni Bonsi, il 10 novembre, «s'acozzò p(er) la via co∙ lLuigi Pitti; e vennono a ragionamenti de' fatti vostri»; il Pitti ha assicurato a Giovanni di aver parlato a Niccolò Soderini «della ristituzione» degli esuli Strozzi, «e che il Gonfaloniere rispose, gl'era buono a fare i(n) gienero p(er) tutti gl'inocienti», e non parzialmente o stanti particolari condizioni. La donna, dunque, esorta i figli a mantenere i rapporti epistolari con i maggiorenti che negli anni li hanno sostenuti, suggerendo di inviare le missive a Marco, il quale, considerando gli accadimenti più recenti al momento della ricezione delle lettere, valuterà se consegnarle o meno al destinatario: «che iscade alle volte delle chose, che non vi se ne può dare così aviso presto». Alessandra riferisce di non essere stata in salute negli ultimi giorni; ciononostante si è recata alle Murate – dove ha incontrato Pietro Pagolo, cugino del defunto marito di Alessandra – e ha pregato la superiora di intercedere presso Niccolò Soderini a favore degli esuli Strozzi, dato ch'ella è in stretti rapporti col Gonfaloniere e «pòrtagli gra[n]de divozione». La Macinghi accenna alla morte di Alessandra de' Bardi, riferendo che la Marietta è stata affidata a Giovanfrancesco Strozzi. Della carica di Console assunta da Lorenzo, Alessandra e Marco Parenti ora si compiacciono: «Fummo presti allo scrivere», riconosce la Strozzi. Avverte i figli della morte di Marco Rota, che le rubò alcuni recipienti in metallo; sicché invita Filippo e Lorenzo a domandare un risarcimento, «che llo trarrete di peccato». In ultimo, rettifica la data di stesura: «Sono a dì 16».
Consistenza: 1c.
Bibliografia: GUASTI 1877: 509-518
Mittente: Alessandra Macinghi Strozzi
Destinatario: Filippo e Lorenzo di Matteo Strozzi
Data topica: Firenze
Collocazione: Fondo Carte Strozziane, III serie, filza 131, cc. 175r, 175v