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Le Lettere di Alessandra Macinghi Strozzi

Le Lettere di Alessandra Macinghi Strozzi

Lettera LVI

  • Denominazione: Lettera LVI
  • Data di stesura: 12/10/1465
  • Data di ricezione: 23/10/1465
  • Contenuto: Responsiva alla lettera di Filippo Strozzi del 28 settembre 1465. L'ultima lettera inviata da Alessandra a Filippo risale al 20 settembre 1465 e l'ultima indirizzata a Lorenzo al 5 ottobre 1465, stando a quanto riportato dalla Strozzi nell'incipit. Rispetto al «fatto della donna», la Macinghi sostiene sia inutile dire altro, dato che «s'à aspettare tenpo». Si duole che Pandolfo sia malato e spera che questi possa intercedere presso il Tanagli a favore di Filippo. Riferisce che gli uomini ai quali è stato affidato lo sgravio del catasto lavorano duramente ed elenca tutta la documentazione da lei presentata. Battista da San Casciano, incaricato di portare i marzolini a Filippo, ha contratto un ingente debito, per via del quale si tiene lontano dalla città; Alessandra riferisce al figlio che, se lo incontrerà, gli domanderà quali siano le sue intenzioni. Riferisce che Alessandra de' Bardi e i figli sono stati malati. Comunica di non aver più scritto a Niccolò da circa dieci mesi ma di non ritenere ve ne sia la necessità: Filippo è spesso in sua compagnia e può riferirgli di persona quanto accade. Alessandra riferisce dei gravi disordini verificatisi la notte del 6 ottobre, quando Matteo di Giorgio, tra i falliti del 1464, ha guidato la rivolta dei prigionieri delle Stinche. La donna tratta dell'epidemia di peste e comunica al figlio la scomparsa di alcuni loro conoscenti. Riferisce dell'operazione relativa alla chiusura delle borse, alla quale sta prendendo parte anche Piero de' Medici: il 18 settembre 1465, infatti, era stata approvata l'importante provvisione che stabiliva il ripristino della tratta, e cioè la nomina delle cariche mediante sorteggio, abolita fin dall'agosto 1458; le borse contenevano anche i nomi di coloro che sino a quel momento erano rimasti coercitivamente esclusi dall'opportunità di rivestire cariche pubbliche (primi fra tutti gli oppositori del governo medìceo). Tant'è che Giovanni Bartoli e Antonio Pucci, legati alla fazione medìcea, in quel momento segnata da forti incertezze e disequilibri, provano – scrive Alessandra – «male di manichonia di questo serrare delle borse». In ultimo, la Macinghi scrive al figlio che le «donora» della sua futura moglie saranno senz'altro «qualche coselina pegio» di quelle di Ippolita Maria Sforza, ma la donna ch'egli avrà in sposa «sarà forse più bella».
  • Consistenza: 1c.
  • Bibliografia: GUASTI 1877: 485-490
  • Mittente: Alessandra Macinghi Strozzi
  • Destinatario: Filippo di Matteo Strozzi
  • Data topica: Firenze
  • Collocazione: Fondo Carte Strozziane, III serie, filza 178, cc. 49r, 49v
  • Ente conservatore: Archivio di Stato di Firenze
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