Contenuto: Secondo quanto riportato dalla Strozzi nell'incipit, l'ultima lettera inviata da Alessandra a Lorenzo risale al 20 gennaio 1458 e l'ultima ch'ella ha ricevuto dal figlio è del 19 dicembre 1458. La donna commenta il recente provvedimento che conferma il confino ai discendenti degli esiliati del 1434, prorogandolo di altri venticinque anni, con l'obbligo di mantenere una distanza dalla città di almeno cento miglia, successivamente ridotte a cinquanta. Agli esiliati è consentita la facoltà di scrivere alla famiglia «sanza mostrare le lettere agl'Otto», purché, nella corrispondenza, non si parli della cosa pubblica. Alessandra confida di temere che, alla sua dipartita, l'eredità, e in particolare il podere di Pozzolatico, possano essere confiscati ai figli, data la loro condizione di esuli. Pertanto, chiede a Lorenzo di inviarle quanto prima la sua procura, necessaria «a fare e disfare ongni lodo e conpromesso fatto»: lo informa che Filippo e Matteo hanno già provveduto a inviarle la loro, «e p(er)ché non ci è la tua, non si può far nulla». Dopo aver trattato della vendita del «podere da Chanpi», per la conclusione della quale sollecita il figlio a inviarle la procura, si dice intenzionata a vendere altre terre, il cui ricavato – scrive – vorrebbe investire nei traffici commerciali dei figli. Alessandra riferisce di essere riuscita ad accasare in modo conveniente la figlia di Iacopo Strozzi, Isabella, data in sposa a un certo Marco di Giovanni di Marco, setaiolo e merciaio. In ultimo, informa il figlio di spedirgli alcune sostanze aromatiche che favoriscono la digestione, ricordandogli, tuttavia, che «la miglore medicina che ssia allo stomaco è il guardarsi della bocca».
Consistenza: 1c.
Bibliografia: GUASTI 1877: 143-150
Mittente: Alessandra Macinghi Strozzi
Destinatario: Lorenzo di Matteo Strozzi
Data topica: Firenze
Collocazione: Fondo Carte Strozziane, III serie, filza 145, cc. 44r, 44v