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Le Lettere di Alessandra Macinghi Strozzi

Le Lettere di Alessandra Macinghi Strozzi

Lettera XLI

Al nome di Dio, a dì 12 di gienaio 1464
A dì 5 fu l'utima mia. Di poi ò la vostra de· 22 del passato, che poco risposta v'achade; pure, p(er)ché
abiate chagione di scrivermi, e p(er)ché di noi sentiate novelle, che la brigata è sana, ed io mi sto
chome le vechie, che senpre crochiano. Ò gran chonsolazione quando sento voi sete sani, e che fate
bene. Mantengavi Idio lungo tenpo chon salute dell'anima e del corpo, chome disidero.
La prochura sotto la tua lettera ebi a dì 6 di questo; e non dubitate che se il Monte della Lesandra sarà
a vendere, guaterò molto bene si rinvesta en chosa soda e sichura p(er) lei. Per anchora no(n)
se ne piglerà partito, però che-l Monte è sciemato, che è a 27 e mezo; e Giovanni mi dicie
no· ne vuole piglare p(ar)tito se non è a 30: siché per ora starà la chosa chosì.
La lettera mandai a lLodovicho: è da 'ncresciere del chaso loro, che non sono venuti a questo passo p(er)ché
se gl'abino giuchati. À' fatto bene a chonfortallo; sento che renderanno s(oldi) 20 p(er) lira del debito
ànno qua, o dirò, me' vero, che ànno da rrendere: e avanza loro, tra chase e pocisioni e masserizie,
16 mila fiorini. Resta ora a vedere el debito ànno i(n) Ponente; che, secondo quello, rimarrano
ri(c)chi e poveri. Idio gli aiuti, che oramai ànno p(er)duto l'onor loro. E di poi ci è stato quest'altra
pichiata di Giovanfranciesco, che alla chasa à dato un gran tracollo; e ci è chi gl'à mal animo
adosso: se non farà quello che potrà enverso de' creditori, ricieverà dan(n)o e vergognia, che anchora
la chasa ne sentirà; che sono sengni che bastano senpre. Idio prove(g)ga al bisongno d'ogn'uomo.
Atendo risposta di quelle lettere portò Tommaso Ginori; che mi piacierà abiate adoperato
quello che p(er) noi si disiderava, e ongni dì n'aspetto qualche chosa di buono, e vedreno che seguirà di qua. Che
Idio lasci seguire il meglo, che sa el nostro bisongno. Di qua s'attende achordare creditori, e a porre chatasti:
che tra pel grano a quegli dell'Abondanza, di nuovo el Monte, e danar p(er) lira ci è posto p(er) tutto questo,
e un altro quarto chatasto a Sa(n)to Spirito. Ch'è un miracholo e danari si pagano! Non ci sendo altre
spese si soglino, tutti credo tornino nelle buone borse. Idio provega a questa povere terra!
P(er) la vostra mi dite vi rimandi la lettera di Tommaso mandata sotto le prochura; rimandola
i(n) questa. Senti' da Lionardo Manegli, che e· rresto vostro gli rimisse a rRoma pel fante passato
a Nicholò Strozi, p(er) mano de' Medici: doverra'ne essere avisato.
Diciemi Giovanni, che Donato Chavalchanti gli à detto che Lodovicho e Batista si rivolgono sopra
di lui, di quello ànno avere da Charlo suo figluolo; e che, non sendo Charlo mancieppato, è obrigato el
padre: che me ne i(n)crescie, per amore di due fanciulle grandi à in chasa, che più di 20 anni debono avere
per una. Idio l'aiuti. Non so altro di nuovo da poter dire. Idio di male vi guardi. P(er) la vostra Allesandra Strozi, in Firenze.

El bariglone mandatomi per Antonio di Soldo non ò anchora auto; che ci è stato
molto spiacievoli tenpi di neve e vento: che nove dì ci nevichò! E chominciò la sera
della Pascua, ensino a dì 2 di questo; siché non s'è potuto chaminare. Se di chostà è suto
el simile, To(m)maso e Girolamo n'aranno sentito alchun dì.