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Le Lettere di Alessandra Macinghi Strozzi

Le Lettere di Alessandra Macinghi Strozzi

Lettera XIII

Al nome di Dio, a dì 9 di sette[n]bre 1458
I' ò riciev(u)to più tue, ed è parechi mesi non ò scritto nè a tte nè a Filippo. Sodisfarò a p(ar)te p(er)
questa, non ci si trovando Lorenzo, che ò una tua a llui de· 2 di questo. Risposta.
I' ò messo in ordine le camicie, cioè sei; e b(raccia) 4 di panno lino pelle mutande, che a
tuo modo le fara' fare; e mazzi ciento o più, quello vuogli, di finochio: è bello,
e come arò p(er)sona fidata, lo manderò.
Lorenzo si partì di qui a dì 2 e andò a stare duo dì e· Mugiello colla Chaterina, e di là si
partì a dì 4 p(er) la via di Bolongna. Ònne asa' pena: più p(er)ché none stava della p(er)sona chome
vorrei, da altra p(ar)te sono rimasa molto sola. Priego Idio che ll'aconpangni e conducalo
sano e salvo.
Veggo che da Filippo non ài mai auto il tuo dovere; ògli scritto che non à fatto bene,
e che tti provegga di tuo dovere più presto può, acciò non abi da dolerti di me nè di
lui. I' gli fo ritenere f(iorini) 200 p(er) mia bisongni, che n(n)'ò auti parte; e de· rresto ciascuno
abi derrata sua. Così gl'ò scritto, vedreno che farà di che p(er) tutto questo avere
Filippo chostì; e forse che farà un passo insin qua: sia alla buon'ora! Da llui ò, per una scrive
a Lorenzo, che se s'à ' aboccare cho· Nicolò, forse si distenderà insin qua. Idio gli dia
a piglare quel partito che sia el meglo.
Ara' sentito chome a dì 7 morì Benedetto Strozi dal martedì sera al giovedì, a ore
17. Benché alqun dì prima avessi chiociato, non era in modo, che senpre andò p(er) casa,
e non pareva che avessi male. Dicono che aveva una posta nel corpo, ma pe' sengni
che ebe si tiene morisi di pistolenzia. Non se ne fa guardia, e tutti v'andiano.
Ène stato grandissimo danno, prima alla sua brigata, poi a noi e a tutta la casa;
che era i· ricosso d'ongnuno, e non è in chasa huomo, che tanto danno
gittassi la morte sua quanto di lui. Bisongna avere pazienza, a che Idio abia dell'anima
misericordia. A dì 12 si fanno le messe. L'à 3 fanciulle e duo maschi, e lla
do(n)na grossa di mesi 7. Giovanni Bonsi è stato anche lui a gran pericolo di morte,
che ca(d)de della mula; voglendo salire a cavallo, la mula lo schagliò a terra:
ebe una gra· ppichiata nell'anca. Pure, p(er) grazia di Dio, è miglorato; non però
che se ne possa andare in villa, che v'à la brigata: sicché ò senpre ch' fare.
La mia ischiavetta feci torna[re], e non ebe di quelle cose; lo 'nfiato tornò adrieto,
dicono era esciesa. Idio lodato! Gran paura avemmo tutti. Nè altro p(er) questa.
Siàno al presente sani, e così spero sentire di voi. Che Idio sia ringraziato di
tutto, e mantengavi sani, come disidero. P(er) la tua Allesandra, in Firenze.

Manda la sua a F(ilippo), che fia i(n) questa.