Al nome di Dio, a dì 11 di dicienbre 1450
Pel Favilla vetturale, che viene chostà chon some di Gezzo Dalla Chasa, ti mando 12 marzzolini,
de' più begli s'è trovato qui in Firenze; e credo saranno buoni, sechondo il sagio
abian fatto. E 4 coppie te ne mandai a dì 5 di questo pel garzone dell'Aveduto, ch'era delo
peso libbre 15, sicché t'ò mandato de' grandi e de' piccholi: avisami quali sono miglori,
e ll'anno nuovo mi fornirò a buon'ora, che tte gli manderò al tenpo. A volergli conservare,
si voglono tenere o veramente inn un saccacio unto d'olio, o vero in un vaso dove
ne sia istato dell'olio buono. Così dichono che gli tengo· questi di qua.
Anchora ti mando, pel detto Favilla, 4 chamicie e 6 fazzoletti e uno isciugatoio. Guarda
se lle chamicie e ll'altre cose ti piaciono. E se staranno a tuo modo, potrò farne un'altra
volta più, e mandartene. Tutto ti portano sanza chosto di vettura: che così
m'ànno detto lui e quello dell'Aveduto. Questo Favilla è fedel persona, ed era grande amicho
di vostro padre, e rrestò a (d)dare insino a pPesero parechi duchati; che n'à dato parte,
e credo sia i· rresto du(chati) 2. È pover'uomo, non voglo glele faccia ritenere ora, ma domandalo
se è nostro debitore di nulla. E se ttu avessi da dargli soma niuna p(er)
di qua, diglele che vogla iscontare que' 2 du(chati), e sarà chontento: che altre volte me l'à detto,
che volentieri gl'isconterebbe in vetture. Sicché se llo puoi adattare a guadangno niuno,
fallo; no· llasciando adrietro Fra[n]ciesco di Batista, che tti serve volentieri. E' tornò qui a dì 6
di questo, e recommi una tua de· 14 passato, che mi di' ch'io ti mandi le cose chiestemi
pel detto F(ranciesco); e così mi disse a ongni modo volerle rechare. Io l'avevo promesse, prima che
tornassi, al Favila, che a ongni modo ti vole venire a far motto; che ss'io no· lglel'avessi date,
arè fatto pazzie. È buon se(n)gno quando l'uomo è servito volentieri. Vorrei che a· rritorno
loro in qua, mi mandassi libbre 20 di mandorle e 10 di chapperi, se di chostà vengono,
acciò ch'io gl'abbia a ttenpo alla quaresima; e danne a ciascuno parte, che nulla chosterà
la vettura, ma fa non siono più che libbre 30 in tutto, che assai mi basterà e lloro volentieri
lo recheranno.
Anchora ti mando, chon quele chamicie, 2 chiavicine av(u)te dalla donna fu di Soldo; che l'ò mmesse
nel fondo di quella taschetta del chuoio, ove ssono le dette chamicie.
La fanciulla d'Iachopo, che era chon Filippo a Barzalona, l'aspetto ongni ora qui, che a dì 8 giunse
la galea di Giovencho della Stufa in porto; sicché presto ci doverrà essere. Mandala Iacopo
a mme, ch'io la tenga insino si mariti, e così mi priega L(orenzo). Ògli risposto che ll'ò chara, e faronne
chome se fussi mia, che volentieri gli farò vezzi per amor suo e di voi; che a lloro sono
troppa obrigata, tanto si sono portati bene inverso della mia famigla; che mentre istarà
meco, no· lgli lascierò manchar nulla di quello mi fia possibile. Idio ci presti pur vita e santà
a ttutti lu(n)go tenpo, se-l meglo debb'essere.
A dì 6 ti scrissi, e l'ò data al Favilla. Credo ara' prima questa, che viene pel fante. Iscrissiti sopra
al fatto della Lesandra, chome avevo dato chommesione a Giovanni Della Luna e Anto(nio)
Strozi che, trovando chosa buona, e bisongniassi arrogiere f(iorini) 200, ch'i' sono chontenta, pure
che ssia homo lo meriti! E quando il chaso fussi che oltre a' mille, ch'ell'à in sul Monte, s'avessi
arrogier questi, m'ingiengnerò tralgli di qua del mio, e conservare voi s'io potrò;
ch'e· niun modo non vorrei darvi esconcio di danari. Preghiamo pure Idio che gl'aparechi
buona ventura; e se nnulla seguirà, ne sarai avisato.
Da Nicholò da Barzalona ci è lettere de· 20 del passato, che pel primo passagio ne verrà di
costà: che Idio gli aparechi buon viagio e conducha a salvamento. Richordoti, quando il mio
Matteo v'è, che ttu gli faccia vezzi, e faccia istia netto e pulito: che ancora à bisongno gli
sia ricordato! E se non è piggiorato della chondizione e de' modi, so cche ti piacierà l'aria
sua: ch'era grazioso fanciullo, e ben si facieva volere a tutti. Priego Idio me ne dia consolazione,
chome disidero. Nè altro per questa. Idio di male ti guardi. P(er) la tua Allesandra, in Firenze.
Avisoti chome a dì 30 passato Franciesco di messer Arnaldo Mannelli, suociero di Francho Sacchetti,
cholla donna e un fratello di lei d'età d'anni 22 e dua figluoli, ch'ell'aveva d'un altro marito,
andando a spasso passavano Arno, e tutti afogorono: ch'è stato una iscurità. Avisotene, acciò
vada a vicitare Franco; che lla donna sua è figluola del detto
Franciesco.